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ALTARE DI SAN LUIGI GONZAGA.
(di Marco Cecchelli)


      La statua in gesso policromo del giovane santo è opera seriale della Ditta Clemente Tappi di Torino, ed è accompagnata dai consueti simboli del crocifisso, del giglio alludente alla verginità, della corona principesca ai piedi. L’ancona, in stucco policromo e di forme neorinascimentali, è di Alberto e Gaetano Alberti. La decorazione della cappella è di Augusto Pagliarini e realizzata nel 1943. (1)
      San Luigi, nacque nel 1568 dai principi Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, famiglia imparentata con i duchi di Mantova. Come imponeva il rango della famiglia, fu paggio alle corti di Firenze, Mantova e Madrid.
La forte educazione cristiana ricevuta dalla madre, tuttavia lo spinse verso una scelta di vita religiosa. Lasciato in eredità al fratello il diritto sul principato (cui si riferisce la corona abbandonata), a diciotto anni, superando l’opposizione della famiglia, a Roma entrò nella Compagnia di Gesù fondata nel 537 da sant’Ignazio di Loyola.
     Prima che fossero trascorsi sei anni, morì il 21 giugno 1591, colpito dal contagio mentre assisteva gli appestati negli ospedali romani. Fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726.
Benedetto XIII lo dichiarò speciale protettore dei giovani studenti e Pio XI lo proclamò patrono della gioventù cattolica.
      Sulla parete sinistra è collocata una copia dell’immagine della Madonna di Montenero,(2) venerata nel suo santuario di Livorno e patrona della Toscana. Il quadro, donato dagli emigranti gaggesi, ricorda l’emigrazione stagionale nelle Maremme toscane e quella verso l’America del Sud, che fu particolarmente intensa in questa parte dell’Appennino.